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FONDALI, OCEANI, MARI

FONDALI MARINI

La descrizione del fondo del mare si ottiene misurando le profondità rispetto ad un livello di riferimento; possiamo anche parlare di topografia del fondo marino. La topografia è la rappresentazione grafica su un piano di una determinata zona di terreno o di fondale marino. La distribuzione delle profondità del mare viene indicata su carte batimetriche dove si tracciano le isobate. La batimetria è una branca dell'oceanografia che si interessa di misurare le profondità dei mari, di rappresentare graficamente queste profondità e di studiare la morfologia dei fondali , sia marini che lacustri. Sugli studi batimetrici si basa la produzione delle cosiddette carte batimetriche. Sulle carte batimetriche sono tracciate le linee batimetriche o isobate (dal greco "a uguale profondità"), cioè sottili linee continue che uniscono i punti che hanno la stessa profondità. Quindi lungo una linea batimetrica la profondità è sempre uguale.

La forma o morfologia del fondo marino risulta molto irregolare anche se i declivi sono più dolci rispetto alle catene montuose terrestri. Tra i più importanti troviamo:

  • Piattaforma continentale (dalla riva fino a 200 m di profondità), di lieve pendenza.

  • Zoccolo o scarpata continentale (dai 200 ai 2500 m di profondità), caratterizzata da forti pendenze.

  • Piana abissale

  • Depressioni oceaniche primarie, comprendenti i bacini, gli avvallamenti, i canali, le fosse oceaniche e i fondi abissali e i canyon sottomarini.

  • Rilievi marini principali, comprendenti le dorsali, i dossi, le platee e i seamount.

In particolare i seamount, in geologia, sono dei rilievi conici di oltre 700 metri dal fondo marino. Spesso si tratta di vulcani sommersi.

Il fondale marino è costituito da sedimenti di varia provenienza, depositati per millenni, da frammenti di rocce erosi dalle onde e/o dalle correnti, fanghi e sabbie vulcaniche, resti di organismi e depositi pelagici. I sedimenti marini sono stati classificati da Murray. Nel fondo marino ci possono essere delle fosse oceaniche ovvero dei buchi di vaste dimensioni formatisi molti milioni di anni fa; queste fosse oceaniche possono raggiungere gli 11.000 metri SLM (sotto il livello del mare).

LA LUCE NEL MARE

Quando la luce incontra la superficie del mare una certa quantità è riflessa in funzione dell'angolo di incidenza.  La luce che penetra all'interno dell'acqua modifica la sua intensità luminosa (misurata in Lux) e la sua composizione spettrale (lunghezza d'onda) per effetto di diversi tipi di assorbimento. In funzione della penetrazione della luce possiamo distinguere una zona superficiale, chiamata zona eufotica in cui sono possibili i processi fotosintetici e conseguentemente più ricca di Fitoplancon . In Mediterraneo normalmente arriva fino ad un massimo di 100 metri. La zona oligofotica si estende sotto la precedente ed è costituita dalle acque penetrate dalla luce con lunghezza d'onda pari al blu, fino al limite inferiore di assenza di luce (300-500 metri); qui solo pochissimi vegetali possono sopravvivere. La zona buia invece è detta zona afotica ed è caratterizzata dall'assenza di vita vegetale.

MAR ROSSO

Il Mar Rosso è un mare del Vicino Oriente,compreso tra l'Africa e la penisola araba, comunicante con il mar Mediterraneo attraverso il canale di Suez, e con l'oceano Indiano tramite lo stretto di Bab el-Mandeb.

Il Mar Rosso si biforca a nord in corrispondenza della penisola del Sinai, dando luogo al golfo di Aqaba ad oriente, e al golfo di Suez ad occidente. Su di esso si affacciano numerosi Stati: EgittoArabia SauditaIsraele, GiordaniaYemenGibutiEritrea e Sudan

                                                    

Fin dall'apertura del canale di Suez si è avuto un intenso fenomeno di immigrazione nel Mediterraneo da parte di organismi marini originari del Mar Rosso. Questo fenomeno prende il nome di migrazione lessepsiana, nome derivante da Ferdinand de Lesseps, che fu il promotore ed esecutore del canale di Suez.

Agli inizi degli anni ‘70, iniziarono ad arrivare i primi subacquei europei sulle coste del Mar Rosso e in modo particolare nella penisola del Sinai; poi negli anni ’80 ci fu un grande incremento di quello che oggi chiamiamo Turismo subacqueo . Negli anni ’90 con la costruzione delle prime imponenti strutture alberghiere il turismo in questa zona del mondo è stato ancor più incrementato tanto che alcuni paesi della penisola arabica, prima inaccessibili, attualmente iniziano ad aprire le porte e consentire l’afflusso di turisti subacquei.

MAR NERO

Il Mar Nero è un mare interno (413.000 km²; 451.000 km² includendo il Mar d'Azov) che si estende tra l'Ucraina, la Russia, la Georgia, la Turchia, la Bulgaria e la Romania. Comunica col Mar Mediterraneo, di cui viene solitamente considerato un'appendice, attraverso lo stretto del Bosforo, il Mar di Marmara e lo stretto dei Dardanelli; con il Mar d'Azov tramite lo stretto di Kerč e con il Mare del Nord, il Mar Baltico, il Mar Bianco e il Mar Caspio. Di forma regolare, allungata nel senso dei paralleli, presenta coste in genere alte e scoscese, solo il settore compreso tra la foce del Danubio e la penisola di Crimea si presenta pianeggiante, talvolta paludoso.

Il Mar Nero riceve un notevole apporto di acque fluviali, che risulta copioso rispetto all'evaporazione, per cui la salinità è piuttosto bassa. La marea è quasi insensibile, raggiungendo al massimo gli 8-10 cm di ampiezza. Una particolarità del Mar Nero è che oltre i 150-200 m di profondità si nota la presenza di notevoli quantità di idrogeno solforato e l'assenza di ogni forma di vita. E' teoria comunemente accettata dai geologi che in origine fosse un vasto lago d'acqua dolce, entrato in collegamento col Mediterraneo solo dopo l'ultima glaciazione.

In russo, Čĕrnoe More; Il Mar Nero, con le sue rive abitate da popoli barbari, era apparso “inospitale” ai Greci; ma dopo il 1000 a. C. questi fondarono le prime stazioni di commercio e pesca e in pochi secoli le colonie si moltiplicarono intorno al mare divenuto “ospitale” (latino Pontus Euxīnus). Pompeo prima, Nerone poi, estesero sulle sue sponde il dominio romano. Sotto l'Impero bizantino, nel Mar Nero si intensificarono i traffici con i popoli slavi; dal sec. XIII in poi vi comparvero i Veneziani e soprattutto i Genovesi con le colonie di Caffa e Tana. L'avanzata ottomana fece del Mar Nero uno spazio turco e tale situazione perdurò sino al sec. XVIII, quando la pressione russa costrinse i Turchi a ripiegare.

Teatro di tensioni internazionali nel corso del XIX secolo (guerra di Crimea), fra il 1945 e il 1990 il Mar Nero fu militarmente dominato dalla flotta sovietica.

L’OCEANO INDIANO

L'Oceano Indiano è ampio quanto metà della superficie coperta da tutte le terre emerse ed è il meno esteso tra gli oceani.

Come gli altri oceani e mari, è delimitato in modo convenzionale: a occidente dall'estremità meridionale dell'Africa, a oriente dalla Tasmania e dall'Australia, a nord dall'Asia e a sud dall'Antartide (a nord dell'Australia il limite passa per l'arcipelago indonesiano). Alcuni tratti dell'Oceano hanno nomi specifici: il Mar Rosso (che è un profondo golfo), il Mare Arabico, il Mare delle Andamane, il Mare di Timor e il Mare degli Arafura, e poi grandi golfi come il Golfo di Aden, il Golfo Persico, il Golfo del Bengala, la Grande Baia Australiana.     L’Oceano Indiano, dove convivono moltissime specie di organismi, accoglie numerose barriere coralline.

CRATERE DI SHIVA

 Il cratere Shiva è una struttura del fondale marino che si trova sotto l'Oceano Indiano, a ovest di Mumbai, in India. La sua età è stimata in circa 65 milioni di anni, e si è formato circa nello stesso periodo di una serie di altri crateri da impatto. Anche se il sito si è spostato dalla sua costituzione a causa dello spostamento del fondo marino, la formazione ha circa 600 chilometri di lunghezza per 400 km di larghezza. Si stima che un cratere di quelle dimensioni sarebbe stato prodotto da un asteroide o da una cometa di circa 40 km di diametro.

MAR MEDITERRANEO

Il mar mediterraneo è un bacino che può definirsi “chiuso”, infatti Mediterraneo significa appunto nel mezzo della terra, poiché comunica con gli altri mari solo in due punti, con l’oceano atlantico grazie allo stretto di Gibilterra e con il Mar Nero sullo stretto di Bosforo.

Il mare Mediterraneo è un mare poco profondo, le correnti sono deboli compiono un circuito lungo le coste in senso antiorario.

Sia la flora che la fauna del Mediterraneo sono caratterizzati da una grande varietà di specie.

Ciò è dovuto alla temperatura calda delle acque, alla loro notevole salinità e alla presenza di fondali rocciosi.

La quantità di pesce presente nel mare è piuttosto scarsa e questo perché il nostro mare è diventato una discarica e inoltre ad aggravare la situazione c’è anche la pesca eccessiva.

Tra le varie ricerche che sono state effettuate nei mari, ma in particolare nel Mediterraneo si è scoperto che è presente un’ elevata quantità di rifiuti che hanno un inevitabile conseguenza non solo sull’ambiente ma anche sulla sopravvivenza di molte specie animali che vivono nelle profondità marine.

Ma i rifiuti presenti nei fondali del Mediterraneo non sono solo residui di plastica, vetro e metalli, ma ci sarebbero anche depositi di scorie, in particolare residui di carbone bruciato.

 

Il mar Mediterraneo per quanto riguarda la topografia del fondale è diviso in due parti principali:

● Il Mediterraneo occidentale, delimitato dal canale di Sicilia è caratterizzato da ampie piane abissali;

●Il Mediterraneo orientale, molto più accidentato e dominato dal sistema della dorsale Mediterranea.

OCEANO PACIFICO

L'Oceano Pacifico occupa circa un terzo della superficie terrestre, con un'estensione di 179 milioni di k.

Si allunga da nord a sud per circa 15 500 km, partendo e comprendendo il Mar di Bering nell'Artide fino ai margini ghiacciati del Mare di Ross nell'Antartide. La maggior larghezza in senso est-ovest viene raggiunta a circa 5 gradi di latitudine nord, con una distanza di 19 800 km dall'Indonesia alle coste della Colombia. Il luogo più basso della superficie terrestre si trova nel Pacifico, presso la fossa delle Marianne.

Il passaggio tra Oceano Pacifico e Oceano Indiano segue convenzionalmente una linea che dalla Malesia, passa per SumatraGiavaTimor, l'Australia  e Tasmania. Da qui, per il meridiano di Capo Sudest, il 147° E, raggiunge l'Antartide.

Il Pacifico contiene circa 25 000 isole (più di quante ce ne siano in tutti gli altri oceani messi insieme), la maggior parte nell'emisfero sud.

Il fondale oceanico

Il fondo oceanico del bacino centrale del Pacifico è relativamente uniforme, con una profondità media di 4 270 m. Le irregolarità più grandi consistono in genere in montagne sottomarine estremamente ripide, con una cima piatta . La parte occidentale del fondale oceanico presenta "archi vulcanici" che emergono dalla superficie dell'acqua come raggruppamenti di isole (per esempio le isole Salomone, le Hawaii e la Nuova Zelanda), lunghi anche 3 000 km; i rilievi che le compongono si elevano anche per un'altezza di 3000 metri rispetto al fondale oceanico adiacente.

Poiché il bacino idrografico del Pacifico è relativamente piccolo, e a causa dell'immensità di questo oceano, la maggior parte dei sedimenti sono di origine pelagica. I sedimenti terrigeni, originatisi dall'erosione delle masse terrestri, sono confinati in zone limitate vicine alla terraferma, dove possono però raggiungere spessori notevoli, anche di migliaia di metri.

 

Caratteristiche dell'acqua

La temperatura dell'acqua dell'Oceano Pacifico varia da poco più del punto di congelamento nelle zone polari fino a circa 29 °C vicino all'equatore. Anche la salinità varia con la latitudine. L'acqua vicina all'equatore è meno salata di quella alle medie latitudini, a causa delle abbondanti precipitazioni equatoriali durante tutto l'anno. Più a nord delle latitudini temperate la salinità torna a scendere.

La circolazione di superficie delle acque del Pacifico si svolge generalmente in senso orario nell'emisfero nord, e in senso antiorario nell'emisfero sud. La corrente Equatoriale  Nord guidata verso ovest alla latitudine 15° nord dai venti, gira verso nord vicino alle Filippine e parte delle sue acque si muovono a nord con il nome di corrente delle Aleutine, mentre il resto ritorna verso sud per riunirsi alla corrente Equatoriale Nord. La corrente delle Aleutine si divide quando raggiunge il Nord America e forma la base della circolazione in senso antiorario nel Mare di Bering. Il suo braccio meridionale diventa la corrente della California, che si muove lentamente verso sud.

La corrente Equatoriale Sud, scorrendo verso ovest lungo l'equatore, si sposta verso sud ad est della Nuova Guinea, gira ad est alla latitudine di 50 gradi sud, e si unisce alle correnti principali del Pacifico del Sud, tra cui la corrente circumpolare antartica che compie l'intero giro del globo. Quando si avvicina alle coste cilene, la corrente sudequatoriale si divide: un ramo sorpassa il Capo Horn e finisce nell'Atlantico, mentre l'altro gira a nord per formare la corrente del Perù.

Lungo il margine orientale del bacino del Pacifico si trova il rialzo del Pacifico orientale, che è parte del sistema mondiale di dorsali sottomarine.

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